la valutazione logopedica in età adulta e geriatrica
Guardando i dati raccolti anno dopo anno, c’è stata una forte presa di coscienza sul fatto che la popolazione italiana vive di più. Questo comporta la necessità di migliorare la qualità di vita: vivere di più non significa, infatti, vivere meglio! Poiché si vive di più, infatti, bisogna confrontarsi con patologie che prima non si riscontravano “semplicemente” perché si moriva prima. Basta pensare a quante persone sopravvivono a un ictus e poi hanno successivamente bisogno di determinate cure per recuperare (pienamente o in parte) le loro autonomie e le loro capacità. Questo ha portato dunque la popolazione a richiedere maggiormente aiuto al Sistema Sanitario Nazionale (SSN) che ha risposto, anche attraverso la formazione universitaria, con figure sempre più pronte a prendere in carico il paziente in età adulta. Tra queste, la Logopedia ha notevolmente cambiato faccia negli ultimi anni. È comune quindi adesso, trovare questa figura anche nelle corsie e nelle stanze di terapia degli ospedali di riabilitazione alle prese con pazienti post-coma, post-ictus o con disturbi neuropsicologici (che riguardano quindi componenti cognitive come il linguaggio, la memoria o l’attenzione). Vediamo qualche esempio nello specifico per farci un’idea più precisa. Partendo dalla naturale area di intervento del Logopedista, possiamo analizzare i disturbi di linguaggio nell’età adulta.
L’afasia, per esempio, è un disturbo che può coinvolgere la comprensione o la produzione del linguaggio ed è dovuto al danneggiamento delle aree cerebrali che si trovano, in genere, nell’emisfero sinistro del cervello. Il Logopedista può intervenire in queste problematiche tentando di riportare il sistema a funzionare come prima o, spesso, a creare delle strategie per portare il paziente ad una comunicazione che gli sia utile nella vita di tutti i giorni (si noti che comunicazione e linguaggio sono due cose differenti, ma questo è un discorso troppo lungo da affrontare in questa sede). Le cause dell’afasia, sono quasi sempre ischemiche (leggi ictus), traumatiche (ad esempio danni cerebrali dovuti ad un incidente automobilistico), degenerative ecc.
Un’altra comune patologia (sempre facendo riferimento a pazienti post-ictus o post-trauma) è la disfagia, ovvero un disturbo della deglutizione. Quando, a causa di un ictus o altro, il sistema è alterato, la deglutizione può non funzionare più correttamente e il cibo può involontariamente finire nei polmoni e causare polmoniti. Queste, particolarmente in soggetti anziani magari più deboli per altre cause, possono essere un fattore che può notevolmente compromettere la qualità di vita del paziente (se non, nei peggiori casi, compromettere la vita stessa). Anche qui il Logopedista, in equipe con gli otorinolaringoiatri, può intervenire in maniera tempestiva con la riabilitazione e riportare il paziente ad alimentarsi per bocca con determinati compensi e metodi di intervento. Questo tipo di disturbo inoltre, può presentarsi in soggetti anziani anche senza che ci sia stato un evento scatenante: semplicemente l’invecchiamento può alterare il processo della deglutizione. Sono poi tante altre le patologie di cui si può occupare un logopedista, dalle più “organiche” come i disturbi di voce (le disfonie, che impediscono una produzione normale della voce) alle meno organiche come alcuni diffusi disturbi neuropsicologici (memoria, attenzione o esplorazione dello spazio).
Inoltre, per i progetti riabilitativi logopedici (e non) va specificato che qualsiasi intervento (dal bimbo più piccolo al soggetto più anziano) funziona se c’è una piena partecipazione e collaborazione da parte della famiglia. È a lei, infatti, che spetta uno dei ruoli più importanti! Ciò non vuol dire diventare necessariamente Logopedisti, Fisioterapisti o Medici, semplicemente la piena collaborazione con le figure mediche di riferimento fa sì che l’intervento sia più efficace e ottenga risultati più soddisfacenti